La popolazione mondiale sta invecchiando, le nostre articolazioni tendono ad usurarsi sempre più e il ricorso alla chirurgia ortopedica è sempre più frequente. Inoltre le tecniche chirurgiche si sono evolute molto ed i risultati, in termini di qualità della vita e di ritorno ad attività quotidiane prima impedite, incoraggiano il ricorso a procedure come le protesi di anca e ginocchio.
Se pensiamo invece a soggetti in età lavorativa, gli interventi di chirurgia ortopedica più comuni sono quelli eseguiti in “artroscopia” cioè attraverso l’uso di piccole sonde che sono in grado di entrare in articolazione senza effettuare incisioni importanti migliorando così il risultato sia dal punto di vista estetico che in termini di velocità di recupero.
Le articolazioni più comunemente sottoposte ad interventi in artroscopia sono le ginocchia per le lesioni dei menischi o legamenti e la spalla per le lesioni di muscoli e tendini. Nonostante questi progressi, nei giorni immediatamente successivi all’intervento, è inevitabile avvertire dolore, di intensità variabile tra lieve e moderato, legato all’infiammazione secondaria alla procedura chirurgica e al normale processo di guarigione.
Il dolore e le posizioni più o meno obbligate necessarie per tutelare la zona operata, influenzano negativamente la qualità del sonno e determinano l’instaurarsi dell’ormai noto e “temuto” circolo vizioso dolore-disturbi del sonno-dolore.
Per migliorare la qualità della vita di questi pazienti durante la convalescenza, esistono delle norme di comportamento e delle strategie specifiche, che prevedono l'utilizzo di cuscini e un buon materasso, che minimizzano gli effetti negativi della procedura chirurgica sulla qualità del sonno.
I consigli dei fisioterapisti
Vediamo come:
Solitamente le protesi di ginocchio non hanno problemi di stabilità, anzi le complicazioni più importanti da prevenire sono la rigidità e il mancato raggiungimento della completa estensione (il ginocchio rimane piegato) con conseguente impossibilità a camminare in modo corretto. Per questo motivo chi si sottopone a questo intervento viene stimolato precocemente a muovere l’articolazione e raggiungere il prima possibile la completa estensione. Quindi durante la veglia è importante muovere il più possibile il ginocchio rispettando la soglia del dolore ed evitare di mantenere a lungo la stessa posizione.
Per quanto riguarda il riposo notturno ecco alcuni consigli:
L’asportazione di una parte di menisco danneggiato in artroscopia è un intervento che si caratterizza per la rapidità con la quale consente di riprendere le proprie attività lavorative e/o sportive. Normalmente, chi si sottopone a questo intervento, non necessita di un trattamento riabilitativo specifico e può tornare gradualmente a correre dopo due settimane dall’intervento e riprendere l’attività sportiva dopo un mese. Ovviamente queste sono indicazioni generali che vanno adattate al singolo paziente, quindi bisogna sempre seguire le indicazioni specifiche fornite dal chirurgo.
In ogni caso, la prima settimana post-operatoria è caratterizzata dalla presenza dell’infiammazione con il suo corredo di dolore, gonfiore, rossore, calore e riduzione della mobilità del ginocchio. Gli adattamenti da seguire in questo periodo per ridurre i disturbi del sonno sono identici a quelli visti per l’artroprotesi di ginocchio con la differenza che l’articolazione deve giacere in una posizione intermedia tra la flessione e l’estensione sia se si dorme sul fianco che supini. In questo modo si riducono al minimo le sollecitazioni sulle strutture articolari e si favorisce il buon riposo.
In caso di ricostruzione del legamento crociato anteriore, la ripresa richiede più tempo arrivando a 4 mesi per riprendere gradualmente la corsa e 6-7 mesi per il ritorno alla attività sportiva. Inoltre, nelle prime 4-6 settimane è necessario indossare un tutore (ginocchiera) che, per il suo ingombro e peso, non facilita gli spostamenti tanto a letto quanto nelle normali attività quotidiane. Per il riposo si possono seguire gli stessi adattamenti previsti per l’artroscopia sui menischi tenendo presente che la posizione del ginocchio è condizionata dalla presenza del tutore. Durante la prima settimana il movimento articolare è completamente bloccato, poi il tutore viene gradualmente sbloccato consentendo movimenti controllati di flessione ed estensione che permettono di posizionare il ginocchio nel modo più comodo possibile.
Uno dei motivi più frequenti per cui si ricorre all’artroscopia di spalla è la lesione della “cuffia dei rotatori” un complesso muscolare che avvolge l’articolazione, proprio come una cuffia, la cui integrità è fondamentale per la normale funzionalità del braccio. L’entità della lesione può variare da lieve a grave e condiziona la durata del periodo necessario per il recupero che è generalmente compreso tra i 3 mesi e l’anno. Dalle 3 alle 6 settimane seguenti l’intervento viene prescritto l’uso di un tutore il cui ingombro dipende dall’estensione del danno della cuffia. L’impatto del dolore postoperatorio e della presenza del tutore sulla qualità del sonno è molto rilevante soprattutto per il condizionamento che esercita sulla posizione di riposo.
In particolare:
Dott. Marco Testa
Direttore Campus di Savona
Università degli Studi di Genova - Campus di Savona
->Leggi "Il materasso certificato antidecubito a marcatura CE"
->Leggi "Prevenire le lesioni da decubito"
->Leggi "Acquistare un materasso: la guida completa"
BIBLIOGRAFIA
1. Adams R., Maurice V. Principi di neurologia. Quarta edizione Mc Graw Hill 1992;
2. Fielden JM et Al. An Assessment of Sleep Disturbance in Patients Before and After Total Hip ArthroplastyThe Journal of Arthroplasty Vol. 18 No. 3 2003;
3. Lentz MJ et al. Effects of selective slow wave sleep disruption on musculoskeletal pain and fatigue in middle aged women. J Rheumatol. 1999 Jul;26(7):1586-92;
4. Moldofsky H. Sleep and pain. Sleep Med Rev. 2001 Oct;5(5):385-396;
5. Rains JC, Penzien DB. Sleep and chronic pain: challenges to the alpha-EEG sleep pattern as a pain specific sleep anomaly. J Psychosom Res. 2003 Jan;54(1):77-83;
6. Torre M. Progetto per l’istituzione del Registro nazionale degli interventi di protesi di anca. Istituto superiore di sanità 2005;
7. Macellari V et Al. Progetto EIPA: valutazione degli esiti di intervento di artroprotesi di anca.Rapporto finale. Istituto superiore di sanità 2005;
8. G. Puddu et Al. Rehabilitation of sport injuries. Springer 2001;
9. W.E. Prentice. Tecniche di riabilitazione in medicina dello sport. UTET 2002;
10. Brotzman. La riabilitazione in ortopedia. UTET 2003;
11. R.A. Donatelli. Terapia fisica della spalla. UTET 1999.