Soprattutto con la stagione estiva, o per lo meno quando incominciano i primi caldi, la dispersione del polline, favorita dalla temperatura e dall’irradiamento solare più forte, raggiunge il suo livello massimo. Questa polvere estremamente sottile, rilasciata dagli alberi e dalle erbe, è la ragione principale di una serie di reazioni allergiche che colpiscono una quantità notevole di persone: le stime più recenti indicano in una percentuale ormai prossima a superare il 20% la quota di popolazione mondiale che ne soffre.
Le contromisure messe a punto fino ad oggi sono dettate più che altro dal buonsenso, oppure richiedono nei casi più gravi l’intervento medico. Il che equivale a dire che la prevenzione consiste prevalentemente nel fare attenzione a non esporsi in luoghi in cui è presente l'essenza a cui si è allergici, non aprire le finestre in giornate ventose o con la massima concentrazione di polline nell'aria, non portare in casa il polline attraverso vestiti, fiori, cuscini e altri oggetti da giardino, e infine nel curare in modo particolare la pulizia di divani, tende, lenzuola e materassi, sperando che tutto questo darsi da fare metta al riparo da reazioni allergiche.
Ma se queste si presentano e raggiungono col tempo una certa intensità, fino a raggiungere livelli preoccupanti, è solo un intervento a posteriori che può essere effettuato: e qui il ruolo del medico diventa di fondamentale importanza. Una prevenzione può essere raggiunta oggi grazie all’aiuto della scienza e della tecnologia. Anzi, della nanotecnologia. In cosa consista è presto detto.
Normalmente tutti i tessuti vengono trattati con degli additivi particolari che ne proteggono la fibra. Se le molecole di queste sostanze sono di dimensioni particolarmente ridotte, sono cioè non superiori ad un micrometro (più piccole quindi della cellula del sangue), riescono a penetrare molto più profondamente nelle fibre del tessuto trattato e a disporsi in modo più omogeneo rispetto a qualsiasi altro trattamento. L’additivo così applicato impedisce il trasferimento del polline all’interno dei tessuti ed evita proprio per questo l’inquinamento dell’ambiente domestico.
Grazie dunque al trattamento con nanotecnologia, il polline non riesce a fissarsi sul tessuto e può essere facilmente rimosso attraverso semplici azioni meccaniche, alla stregua di qualunque altro intervento di pulizia domestica. Le contromisure dettate dal buonsenso di cui si parlava prima, acquistano ora una valenza completamente differente, perchè il risultato diventa di ben diversa portata e possiamo dire addirittura risolutivo. Il tessuto di rivestimento crea infatti una barriera difensiva impenetrabile, che lascia indenne da ogni contaminazione l’imbottitura del materasso.
Tutto qui? Sì, sembra semplice, ora che la soluzione è stata trovata. E’ arrivarci che non è stato facile. Oggi la nanotecnologia, applicata ai comparti più diversi e con gli scopi più disparati, può far raggiungere risultati strabilianti, dalla medicina alla individuazione e sfruttamento delle nuovi fonti energetiche. E il nostro benessere, a cominciare dalla salute quotidiana, se ne avvantaggia grandemente.
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