Da metà giugno a tutto agosto infatti il divertimento e il riposo spesso si accompagnano a numerose sregolatezze. L’attività fisica raggiunge il massimo dell’intensità, facilitata dai numerosi sport praticabili all’aria aperta e in buona compagnia. Viaggi, visite in luoghi sconosciuti ed escursioni implicano indubbiamente un ampliamento dei propri orizzonti di conoscenza e di esperienza ma portano anche ad un affaticamento più intenso del normale.
Questa accelerazione generalizzata nel ritmo di vita tipica del periodo estivo deve necessariamente essere accompagnata da una dose sufficiente di riposo notturno per non compromettere il recupero delle energie spese durante gli altri mesi dell’anno. Capita invece, molto più spesso di quanto non si creda, che al sonno vengano rubate durante le vacanze estive ore preziose. Le occasioni di divertimento si riproducono numerose anche durante la serata o la notte e diventa quasi una consuetudine in questo periodo considerare facoltativo il buon dormire. Se questo comportamento è nocivo per gli adulti, a maggior ragione lo è per i ragazzi e soprattutto per i più piccoli, che hanno invece un grande bisogno di sonno per riprendere tono e per far fronte alle fatiche della crescita.
Ecco perché è estremamente importante, terminate le vacanze, recuperare fin da subito le buone abitudini: dormire bene è tanto importante da determinare in maniera molto precisa la buona riuscita delle nostre attività quotidiane.
Nel caso degli studenti è soprattutto il rendimento scolastico ad esserne influenzato. Tutti i maggiori istituti di ricerca mondiali hanno ormai documentato senza ombra di dubbio che è proprio il sonno che permette di fissare i ricordi, e quindi consente e facilita l’apprendimento e la memorizzazione delle informazioni raccolte durante l’attività scolastica o di studio diurna.
Tra i diversi esempi meritano di essere segnalati i risultati di uno studio effettuato da un gruppo di neuroscienziati della Harvard University e presentato al convegno annuale della Society for Neuroscience. E’ stato fatto un test su 10 studenti universitari, coordinato dal professor Matthew Walker. L’esperimento si è svolto in due fasi: nella prima, gli studenti dovevano visionare una serie di 30 parole dopo una notte trascorsa in viaggio e senza prendere sonno; nella seconda, passati due giorni e recuperate le ore di sonno perduto, è stato chiesto agli studenti di ricordare le parole visionate. Il risultato è stato illuminante: privati del sonno, gli studenti hanno potuto ricordare il 40 per cento in meno del totale delle parole, rispetto a quanto ricordato da un gruppo di controllo. La privazione del sonno dunque limita fortemente le capacità di apprendimento. Lo stesso Matthew Walker ha in seguito approfondito l’argomento con test su campioni molto più ampli e ha potuto concludere che, usando un’immagine facilmente comprensibile, il processo di memorizzazione che avviene nel cervello è più o meno analogo a quello di un computer. Per “salvare” un file ritenuto importante dobbiamo attivare una funzione attraverso l’azionamento di un tasto. Nel caso di noi esseri umani quel tasto è il sonno: è necessaria una notte di buon sonno per memorizzare tutto quello che ci viene insegnato durante il giorno.
In conclusione possiamo ribadire che per consentire ai nostri figli di ricominciare con il ritmo giusto il nuovo anno scolastico e non disperdere i benefici accumulati durante le vacanze, è indispensabile creare tutte le condizioni necessarie perché il loro riposo notturno possa essere il più completo, efficace e ristoratore possibile.
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