Secondo un rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) le persone durante l’arco della giornata trascorrono molto tempo negli ambienti chiusi. Inoltre gli studi condotti in materia di inquinamento indoor hanno dimostrato che l’aria degli ambienti confinati risulta spesso più contaminata di quella esterna.
Ma quali sono gli ambienti chiusi? Sono le case in cui abitiamo, gli uffici pubblici e privati, i luoghi comunitari come gli ospedali, le scuole, gli alberghi, i luoghi dedicati alle attività ricreative come cinema, ristoranti, negozi, bar, ma anche i mezzi pubblici o privati come l’auto, il treno, l’aereo, la metropolitana e gli autobus.
*Gli inquinanti indoor sono molti e possono avere origine da fonti diverse: fumo di tabacco, processi di combustione, detergenti per la pulizia e manutenzione della casa, aromatizzanti e profumi, lacche, smalti, cosmetici, vernici, solventi, colle, detersivi, stampanti, fotocopiatrici, fungicidi e disinfettanti.
La casa con i suoi arredi, complementi d’arredo, finiture di superfici, pavimenti in legno o moquette, vernici, sistemi di ventilazione forzata (prese d’aria) e quelli di condizionamento dell’aria possono rilasciare VOC (COV secondo l’acronimo italiano) e diventare terreno di coltura di muffe e altri agenti biologici che si possono diffondere in tutto l’edificio.
I Composti Organici Volatili sono presenti in concentrazione più alta quando il prodotto è nuovo per poi diminuire con l’utilizzo in concentrazioni più basse. Fa eccezione la formaldeide il cui rilascio è dilatato negli anni.
La prevenzione dall’inquinamento indoor oggi viene fatta già in fase di progettazione architettonica con la definizione del sistema di ricambio d’aria, l’attenzione alla scelta dei materiali di costruzione e finiture in relazione alla destinazione d’uso dell’edificio, preferendo ai materiali tradizionali per le finiture interne e arredi quelli a bassa emissione di VOC
**Ci sono infine alcune semplici regole che tutti noi possiamo mettere in pratica per difendere la salute:
La Direttiva 2004/42/Ce – Decreto Legislativo nr.161 del 2006 introduce, tra le altre, l’obbligo di apporre sui prodotti inclusi nel suo ambito di applicazione un’etichetta da cui risultino evidenti alcune informazioni di base, come la natura del prodotto e il contenuto di COV.
Anche in camera da letto, ambiente nel quale trascorriamo un terzo del nostro tempo, il sistema letto può rappresentare una fonte da cui hanno origine i COV: dalle vernici utilizzate per i supporti a doghe in legno ai componenti per la fabbricazione del materasso. Optare per materiali appropriati, idonei e sicuri è la scelta di primo livello dei Produttori del Consorzio Produttori Italiani Materassi di Qualità, che sono da sempre impegnati a progettare e fabbricare prodotti idonei per soddisfare le concrete necessità dell’utente finale.
Va ricordato inoltre che la Norma 16000-9:2006 “Aria in ambienti confinati. Determinazione delle emissioni dei Composti Organici Volatili da prodotti per l’edilizia o dall’arredamento – Metodo della camera di prova di emissione” consente di analizzare l’emissione delle sostanze volatili quantificandone la portata in relazione a parametri predefiniti come il volume della camera prove (mc), la durata della prova (h), il tasso di aria scambiato (mc/h), il fattore di carico (mq/mc) e la temperatura (°C).
*Fonte ISPRA
**Fonte Ministero della Salute – Direzione generale della prevenzione sanitaria
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