Perché la mimosa è diventato il simbolo della festa della donna? E perché si celebra l’8 marzo? E' una giornata speciale per le donne, ma anche una occasione di riflessione per gli uomini.
Come ogni anno, la mimosa si prepara a vivere il suo grande giorno di gloria: sui banchetti per le strade, sui mezzi pubblici, tra le mani degli ambulanti, negli uffici, nelle case, ovunque ci sia possibilità di presenza femminile l’onda gialla fa dimenticare il grigiore invernale e fa sentire tutti i maschi galantuomini perfetti.
E le donne, destinatarie del tributo annuale, protagoniste per un giorno nel pensiero di tutti.
Ma perché proprio la mimosa è stata eletta simbolo dell’8 Marzo, la festa di tutte le donne?
Già nella tradizione dei nativi americani quel fiore significava forza e femminilità, ma fu un’idea delle donne dell’UDI, Unione Donne Italiane, a promuoverla simbolo ufficiale della ricorrenza nel 1946. Forse per il ricordo dell’antica tradizione americana, forse per il fatto che la mimosa sia il primo fiore a sbocciare a fine inverno, fatto sta che quell’idea ebbe immediato successo e negli anni si è imposta come irrinunciabile componente della Giornata Internazionale della Donna. Al di là delle inevitabili implicazioni commerciali, è diventata una tradizione che comunica allegria, amore e in fondo anche gratitudine per l’altra metà del cielo che forse è anche, detto tra noi, la più importante.
Già, perché tutti ormai sappiamo, uomini e donne, che la parte femminile dell’umanità si porta da sempre sulle spalle un carico non indifferente di compiti, doveri e responsabilità.
Senza per questo dover fare del femminismo fuori luogo e di maniera, è indubitabile che anche nella moderna società occidentale, apparentemente libera ormai dal maschilismo arcaico dei tempi bui, l’impegno e il successo nel lavoro e nelle professioni costi alla donna molti più sacrifici che non agli uomini.
Il senso stesso della celebrazione dell’8 Marzo è legato a quello che accadde il medesimo giorno del 1908 (ma altre fonti riconosciute come più attendibili dicono fosse il 25 Marzo del 1911) in una fabbrica di New York, in cui più di 100 lavoratrici persero la vita in un terribile incendio. Erano mogli, madri, fidanzate, sorelle che faticavano 10 ore al giorno per sei giorni alla settimana e che, una volta a casa, proseguivano il loro lavoro con gli impegni domestici. Di acqua ne è passata tanta sotto i ponti e oggi la mimosa è diventata anche il simbolo del riscatto femminile, della conquista di diritti che ancora all’inizio del secolo alle donne erano negati e soprattutto di un loro ruolo nella società che oggi è pienamente riconosciuto, ma ahimè ancora non da tutti e soprattutto senza la certezza del per sempre, riconosciuto.
Quel fiore così semplice, così allegro, così colorato porta con sé il ricordo di mille lotte e di mille conquiste ma anche la bellezza di una femminilità felice e da tutelare.
Ecco perché la mimosa alle donne la regalano anche le donne, non solo gli uomini.
Cosa possono fare allora gli uomini di speciale?
Per un giorno possono dire “Oggi tocca a me”.
In fondo è semplice, basta solo un po’ di impegno e di generosità: per esempio alzarsi un quarto d’ora prima la mattina dell’8 Marzo, preparare la colazione e subito dopo, naturalmente, aprire la finestra e rifare il letto. Il bacio che riceveranno li ricompenserà alla grande e li farà volare per tutto il giorno.
Sosteniamo il lavoro della donna garantendole un sonno ristoratore. Un buon materasso che aiuti la distensione muscolare è il primo regalo da farle.
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