Intorno agli anni ’50-’60 del secolo scorso sembrava che la cimice del letto fosse stata definitivamente debellata. A distanza di cinquanta anni circa assistiamo al ritorno di questo sgradito “ospite” nelle nostre camere da letto per via della maggiore resistenza sviluppata ai comuni trattamenti chimici, al cambiamento delle abitudini delle persone, che per ragioni di lavoro o vacanze escono di più dalle loro abitazioni e a una maggior frequentazione di luoghi pubblici.
Le cimici, piu’ piccole di un seme di mela, possono nascondersi praticamente ovunque. Chiunque puo’ portare in casa le cimici. E’ importante riconoscere la loro presenza e le loro tracce, sia in casa che in viaggio.
Controllate accuratamente i mobili, i battiscopa e le valigie assicurandovi che non ci siano piccole uova, della grandezza di semi di papavero.
La cimice del letto (Cimex lectularius) e’ lunga circa 5-7 mm, di colore rosso-marrone. L’apparato buccale e’ modificato in una proboscide adattata alla perforazione ed alla suzione. Le femmine depongono le uova in superfici umide (crepe di pavimenti, mobili, materassi, crepe di muri).
Una femmina puo’ arrivare a deporre anche 300 uova durante la sua vita. Le uova richiedono 4-5 giorni per svilupparsi in ninfe alla temperatura ottimale di 30-35 C°.
Temperature inferiori ai 13° C e superiori ai 37° C arrestano lo sviluppo delle uova.
A distanza ravvicinata le cimici sono guidate dalla temperatura, (tramite i recettori di temperatura situati nei segmenti basali delle antenne), dalla concentrazione di CO2 e forse dall’odore dell’ospite.
Le cimici hanno una ghiandola odorifera toracica che produce una miscela di aldeidi che si attiva in caso di allarme; questi animali, se riuniti in gruppo,si disperdono rapidamente muovendosi in senso centrifugo con una velocita’ che puo’ raggiungere anche due centimetri al secondo.
Le cimici producono un ferormone che induce la loro aggregazione in gruppi. La nutrizione avviene preferenzialmente di notte. Durante un pasto possono succhiare sangue in quantita’ una volta e mezza superiore al loro peso corporeo. La durata del pasto e’ breve (3-12 minuti) e nella suzione la cimice inietta saliva con sostanze anticoagulanti ed anestetiche. In assenza di fonti nutritive le cimici possono sopravvivere anche per periodi di tempo superiori ad un anno.
Le abitudini delle cimici possono disturbare notevolmente il sonno. La presenza delle cimici puo’ essere sospettata dal ritrovamento delle feci e dal loro caratteristico odore. Le punture sono indolori e l’ospite si accorge di esse solo dalla conseguente reazione cutanea; in persone non sensibilizzate si evidenziano pomfi intensamente pruriginosi o papule sormontate da un puntino emorragico. Talora si evidenziano bolle. Le sedi piu’ colpite sono il volto, il collo, le mani e gli arti superiori.
Recentemente e’ stata dimostrata la presenza del virus dell’epatite B in Africa nella cimice dei letti. Il virus presente nelle feci delle cimici puo’ infettare una persona attraverso la contaminazione della cute non integra ( per esempio nell’atto di uccidere a piedi o mani nude la cimice infetta) , tramite l’inalazione della polvere o tramite un rigurgito ematico della cimice durante la puntura. E’ stato ipotizzato anche un possibile ruolo nella trasmissione dell’HIV, evento che risulta tuttavia improbabile perche’ il virus sopravvive solo quattro ore all’interno del corpo della Cimex lectularius.
Ridurre al minimo gli spazi in cui le cimici potrebbero insinuarsi. Sigillare eventuali crepe o fessure nelle pareti o nei telai delle porte. La presenza delle cimici non e’ dovuta a condizioni igieniche carenti. Passare spesso l’aspirapolvere in casa. Non commettere mai l’errore di sottovalutare la presenza in casa delle cimici. Evitare in caso di presenza di cimici “il fai da te”: rivolgersi sempre ad assistenze specializzate nella disinfestazione.
Dott. Giulio Brivio
Medico Chirurgo
Specialista in allergologia, immunologia e fisiopatologia respiratoria
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