Posturologia è sinonimo di visione globale, è abituarsi alla tridimensionalità anziché ad un solo piano, è considerare non solo una zona ma tenere conto del corpo intero. La posturologia nelle problematiche muscolo-articolari si prefigge l’ambizioso obiettivo di cercare la vera causa che è all’origine del problema per poter agire su di essa e considerare il sintomo come espressione finale di un problema (e non il vero problema). Il più delle volte la causa ed il sintomo non coincidono (fatta eccezione per i traumi).
C’e’ sempre una causa, saremo tanto più bravi quanto più riusciremo a far emergere la causa che è origine dei problemi di ignota provenienza (apparentemente ignota). Il nostro corpo quotidianamente subisce e tollera perturbazioni adottando strategie di compenso finché, anche una banalità, la classica goccia, farà traboccare il vaso.
Per esempio: Roberta dopo un incidente con colpo di frusta al tratto cervicale, recupera bene (l’organismo, a suo modo, sa difendersi, scappa dal dolore riducendo la mobilità del tratto cervicale) ma dopo qualche tempo si manifestano occhi pesanti e dei mal di testa. Roberta effettua una visita oculistica e tutto è nella norma. Come si spiega, è aumentato lo sforzo che i muscoli degli occhi (6 muscoli ogni occhio) devono compiere per ovviare alla ridotta mobilità del collo, e questo provoca pesantezza agli occhi e mal di testa. La soluzione è recuperare il rom articolare del tratto cervicale. Una visione ampia della situazione ha permesso di risolvere il problema grazie ad un fisioterapista, senza l’intervento dell’oculista e senza l’assunzione di farmaci.
E’ l’esempio di come una problematica muscolo-articolare può interessare altri distretti corporei. Questo si compie attraverso l’infinita rete del tessuto connettivale muscolo-fasciale. Gli ingressi informativi (recettori) presenti nel nostro corpo sono diversi (visivo, occlusale, vestibolare, emozionale, podalico, cutaneo…) e tutti possono comunicare tra loro condizionandosi a vicenda attraverso questa rete e per questo verranno indagati testati e valutati. Dall’indagine di questi (recettori), si potrà ipotizzare chi è il responsabile del problema per poi pianificare i trattamenti.
Il ruolo del posturologo è quello di un ispettore che cerca indizi, indaga, guarda il corpo, stimola a dire, a raccontare il vissuto per trovare punti su cui poggeranno i successivi trattamenti. I trattamenti saranno rivolti verso la zona causa e non verso la zona sintomo (eccezione fatta per i traumi diretti, sede di causa e sintomo).
La posturologia si rivolge a tutti sia come età (ma nel rispetto delle fisiologiche tappe di sviluppo) che al tipo di problematiche (dallo sportivo al sedentario).
Le problematiche trattabili sono quelle collegate alla rete muscolo-fasciale, le catene muscolari, quindi è difficile mettere dei paletti di confine (vedi l’esempio sopra riportato che mette in relazione mal di testa / occhi / tratto cervicale in cui tutto è collegato dal sistema muscolo-fasciale).
Riporto qualche altro esempio di mia esperienza:
Sono esempi che non possono considerarsi lineari o esportabili da soggetto a soggetto, ogni caso è una storia a se, ma mettono in risalto alcune relazioni apparentemente impensabili. Tutte veicolate attraverso le catene muscolari.
Quindi quando parliamo di muscoli, non consideriamo le tavole che incontriamo sui libri ma consideriamoli come una rete, una ragnatela, una via (composta da muscoli / tendini / connettivo, embricati tra loro) tramite cui, ciò che succede in una zona del nostro corpo, può generare cambiamenti in altre zone, anche lontane ed in modo non lineare, ne è esempio il sassolino nella scarpa che ci fa modificare la postura in statica e dinamica, facendoci comparire un fastidio, per esempio lombare, conseguente ad una basculla al bacino, che consegue a sua volta ad una variazione delle tensioni sulle catene muscolari della gamba, della coscia e …, insomma, una serie di aggiustamenti che in quel soggetto si traducono magari in un mal di schiena.
In questo esempio è logico togliere il sassolino (punto causa) e l’intero sistema di compensi messo in atto, si risolverà senza dover trattare la zona dolorante (punto sintomo).
Pensiamo ugualmente ad una cicatrice, che non è solo la cute, l’aspetto estetico dove il tessuto appare con i tratti fisiologici modificati anche se autoriparati ma scende in profondità, è una saldatura, un nodo e se c’è qualcosa che tira, potrebbe, attraverso le catene muscolari, generare compensi e ripercuotersi su distretti anche lontani. E’ sicuramente più semplice affidarsi ad un farmaco per togliere un dolore, ma non sempre è da preferire.
Dott. Ivaldo Pierini
Master universitario in Posturologia
Laurea specialistica in Scienze e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva e Adattata
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