Settembre: le vacanze sono finite, l’attività lavorativa è già ripresa e tra pochi giorni la maggior parte degli studenti inizierà la scuola. Come fare per conseguire buoni risultati nello studio e nelle attività quotidiane?
Lo abbiamo chiesto alla Dottoressa Simona Zurloni, specialista dei Disturbi del Comportamento Alimentare (CDCA), che offre spunti di riflessione e consigli, in particolare per i genitori, nell'articolo che segue.
Quando mi confronto per lavoro con i colleghi specialisti della nutrizione, emerge sempre la necessità di collaborare, per costruire nei nostri pazienti una reale “motivazione al cambiamento” verso uno stile di vita sano.
Il tempo che spendiamo in psico-educazione, fornendo con parole semplici e chiare le motivazioni scientifiche, fisiologiche e psicologiche dei cambiamenti consigliati, alimentari o nello stile di vita, non è sufficiente a produrre una modificazione nelle abitudini, anche quando è presente una richiesta di aiuto per motivi di salute.
Spesso prevalgono le indicazioni fornite dai siti web, che possono generare confusione e la tendenza a estremizzare le abitudini alimentari.
Ad esempio, ovunque possiamo leggere che la frequente ed errata abitudine di non consumare i primi piatti, il pane o i cereali a cena produce una carenza di carboidrati, che può indurre la veglia e il desiderio di cibo nel pieno della notte, ma ha più forza la “credenza popolare”, condivisa sui web, che i carboidrati non debbano essere assunti a cena per non aumentare di peso. Per lo stesso motivo il buon riposo può essere compromesso dalla tendenza a saltare la cena, perché la fame indotta dall’ipoglicemia rappresenta una potenziale difficoltà all’addormentamento.
E’ sicuramente un’esperienza di tutti la sensazione di benessere e di buon funzionamento mentale, nella quotidianità, al lavoro e a scuola, quando il corpo è ben nutrito e riposato, ma il buon senso e le indicazioni delle linee guida, come già detto, non sempre sono sufficienti a muovere una motivazione verso scelte adeguate per il nostro benessere.
Con la nascita di un figlio, noi genitori passiamo i primi anni della sua vita ponendo particolare attenzione a tutte le indicazioni sane di svezzamento, ma nel corso della crescita i nostri figli trascorrono sempre più tempo con i loro amici, mangiando pasti fuori casa e iniziando a fare scelte autonome, non sempre libere dall’influenza di fattori sociali, economici e psicologici.
Siamo diventati più attenti alla prevenzione della salute fisica dei nostri figli (nella lotta contro l’obesità, il diabete, il fumo, ecc.), ci preoccupiamo se mangiano e dormono a sufficienza e del loro buon funzionamento scolastico e sportivo, ma dobbiamo imparare a prestare attenzione anche alla loro vita mentale ed emotiva, motore di scelte e di comportamenti.
La comunicazione di massa propone spesso ai nostri figli messaggi riguardanti la nutrizione (fast-food, snack, bibite, alcolici, ecc.) e un ideale di forma fisica, informazioni sensibili per una fascia di età alla ricerca dell’identità personale, dell’accettazione tra i pari e dell’indipendenza dalla famiglia.
Il buon funzionamento scolastico, sportivo e relazionale dei nostri ragazzi, è condizionato sicuramente da una vita sana, da buon cibo e riposo, ma non bisogna dimenticare anche l’influenza delle motivazioni personali e di possibili disagi emotivi.
Ricordiamoci di non sottovalutare, come genitori, qualsiasi modificazione nello stile alimentare, nella qualità del riposo notturno, nelle prestazioni scolastiche, nel tono dell’umore e nelle relazioni dei nostri figli, e di riflettere su un possibile significato psicologico da approfondire.
Dott.ssa Simona Zurloni
Psicologa dello sviluppo e dell'educazione
Specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale per bambini e adulti e nella diagnosi e cura per i disturbi del comportamento alimentare (CDCA)
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