Cosa sono i COV – Composti Organici Volatili?
I vari inquinanti “indoor” possono essere generati sia all’esterno che all’interno di un locale. Tra questi troviamo una classe di inquinanti denominata COV, ossia Composti Organici Volatili (chiamati anche con il termine inglese di VOC – Volatile Organic Compounds), che possono avere origine dai più disparati prodotti presenti in tutte le case: profumi, colle, vernici, prodotti alcolici, deodoranti e i prodotti utilizzati per l’igiene personale e domestica. Inoltre i COV possono essere emessi anche da libri, giocattoli, peluches, stampanti, computer, da prodotti e materiali di costruzione e finitura, da elementi d’arredamento quali moquette, tendaggi, imbottiture e tappezzerie. Le emissioni di COV sono particolarmente insidiose in quanto sono sostanze volatili che provengono dall’interno dei materiali ed evaporano poi nell’aria (es. idrocarburi, alcoli e aldeidi tra cui la formaldeide). Possono essere costituite da sostanze volatili già contenute nel materiale o possono formarsi e disperdersi col passare del tempo. Alcuni COV possono avere effetti negativi sulla salute, ma è necessario tenere presente che non tutti i COV sono nocivi. Il rischio deriva, più che dalla concentrazione degli inquinanti che in genere è molto bassa, dalla prolungata esposizione nel tempo che può dare irritazione agli occhi, al naso e alla gola, mal di testa, nausea e stanchezza fino ad arrivare a patologie più gravi.
Cosa prevede la Normativa?
L’unico riferimento normativo in Italia è la Direttiva 2004/42/CE - Decreto Legislativo 27 marzo 2006 n.161 sulla limitazione delle emissioni di COV dovuti all’uso di solventi organici in alcune vernici e pitture. In sostanza, per gli ambienti domestici, non ci sono valori limiti standard per l’emissione dei COV se non per la formaldeide.
Come possiamo difenderci?
Ci sono però semplici misure di controllo ed attenzioni, indicate anche dal Ministero della Salute italiano e dall’EPA – US Environmental Protection Agency, che ciascuno può mettere in atto in modo semplice rendendo la propria camera da letto e il proprio ambiente domestico più green, più salubri. Li possiamo riassumere in tre punti:
1. ridurre al minimo le fonti d’emissione ossia ridurre l’uso di prodotti contenenti COV, ad esempio limitando l’uso di colle o prediligendo ove possibile prodotti più “green” che utilizzano ad esempio vernici a base d’acqua o materiali di origine naturale;
2. aumentare la ventilazione e il ricambio d’aria (almeno una volta ogni due ore) negli ambienti nei quali viviamo, prestando attenzione al controllo e alla pulizia dei filtri degli impianti di ventilazione/condizionamento, delle caldaie e delle canne fumarie;
3. prestare attenzione a quanto riportato sulle etichette dei prodotti che utilizziamo. L’attenzione alle etichette si estende anche agli arredi. Perché anche un materasso di scarsa qualità può essere fonte di emissione di dannosi COV, rischiando di compromettere nel tempo la salute di chi lo usa. Per quanto riguarda il sistema notte, in tema di emissioni di COV le aziende produttrici italiane pongono sempre grande attenzione alla qualità dei materiali utilizzati, dalle imbottiture alle finiture esterne, ricorrendo anche alla certificazione secondo la UNI EN ISO 16000-9 in camera di prova per poter offrire al consumatore la massima sicurezza.
Nel marzo 2017 il materasso “Dormiglione” prodotto dall’azienda consorziata Lordflex’s ha ottenuto la certificazione di Classe A+ con emissione COV pari a zero o ininfluenti. La certificazione Classe A+ conferma l’impegno di Lordflex’s e di tutte le aziende consorziate, nel produrre tipologie di materasso in grado di garantire al consumatore un riposo più sicuro. Dormiglione è inoltre certificato dal Consorzio Produttori Italiani Materassi di Qualità e la presenza dell’etichetta con il marchio collettivo di qualità comprova che il materasso è conforme alle normative italiane e internazionali vigenti, è prodotto con materiali sani, sicuri e idonei da una azienda italiana che ha i suoi impianti produttivi in Italia.