
Notte, tragitto monotono, poco sonno nelle notti precedenti, palpebre pesanti e occhi che bruciano, ci si tocca il volto per stimolarsi e poi il buio. Solo la sorte può sapere cosa accadrà, perché è arrivato un colpo di sonno.
Il sonno, come mangiare o respirare, è una funzione biologica vitale: trascorriamo dormendo un terzo della nostra vita. La scienza ha da poco individuato alcune delle sue finalità. È dimostrato il suo ruolo nella maturazione cerebrale, nella crescita, nell’apprendimento e nella memoria.
Chiunque abbia passato una notte insonne ne conosce le conseguenze: difficoltà di concentrazione, cefalea, irritabilità, sonnolenza ed improvvisi assopimenti, i cosiddetti colpi di sonno che, in alcune condizioni, possono avere esiti devastanti. Quelli alla guida sono alla base del 20% degli incidenti stradali che si registrano in un anno. Gli incidenti da colpi di sonno si associano a un rischio di mortalità o di danno permanente sei volte superiore rispetto agli altri.
È necessario precisare che spesso una deprivazione di sonno non determina solo colpi di sonno, ma anche una subdola riduzione nella prontezza dei riflessi e nelle funzioni cognitive, come la valutazione delle distanze.
I rischi correlati alla sonnolenza crescono con l'aumentare delle ore al volante senza pausa; sono quindi particolarmente coinvolti gli autisti professionali e chi percorre lunghi tragitti, soprattutto prima dell'alba, durante la notte o nell'immediato dopopranzo.
Il rimedio migliore contro la sonnolenza alla guida è la prevenzione. Questa si può ottenere con una corretta igiene del sonno, garantendosi una giusta quantità di riposo notturno e assecondando il proprio orario di propensione al sonno, il cosiddetto cronotipo.
Le persone possono essere distinte in due gruppi, allodole e gufi, a seconda degli orari in cui si sentono più predisposti al sonno. Le allodole sono gli individui mattinieri, lucidi nelle prime ore della giornata ma che devono coricarsi presto alla sera. I gufi sono le persone che tendono ad alzarsi tardi al mattino e ad essere più attivi nel pomeriggio e alla sera.
Un gufo dovrebbe evitare di partire la mattina presto, mentre questo è consigliabile per un'allodola.
È anche utile imparare a riconoscere i sintomi di allarme.
Ciò potrebbe apparire scontato, ma non lo è per nulla. Ad esempio, in alcuni esperimenti con simulatore di guida, molti dei soggetti che si assopivano e che venivano sollecitati dopo l’addormentamento negavano di essersi addormentati e di aver percepito prima la sonnolenza.
Facciamo dunque attenzione se avvertiamo:
In caso di sonnolenza alla guida si raccomanda di fermarsi e provare a dormire. Spesso è sufficiente un sonnellino di 20 minuti per far svanire la sonnolenza.
Dott. Andrea Melpignano
Neurologo
Esperto in Medicina del Sonno ESRS (European Sleep Research Society)
-> Scarica la guida "Come Dormire bene" realizzata in collaborazione con l'Associazione Italiana Medicina del Sonno (AIMS)